Essere completamente dentro i Planet Opal

Planet Opal: la loro musica si annulla nel momento esatto in cui provi a descriverla.
Immaginate se ora utilizzassimo gli aggettivi più colorati e assurdi possibile per descrivere i Planet Opal.
Falliremmo. Che tentativo inutile sarebbe?

…e quindi sfruttiamo un minerale per raccontarli.

L’opale è un minerale che non si presenta mai sotto forma di cristalli, ma in vene e noduli di infiniti colori, proprio come i Planet Opal che non si manifestano in un’unica e precisa forma, ma come piccole venature sparse tra post-disco, post-punk e sound-system.

Quanto conosci la musica?

“46AB081222 / Do We Know Time?”
è un EP di 2 tracce in grado di parlarsi tra loro attraverso la sapienza utilizzata nel maneggiare la musica.
Moog e voice sampling che recitano parole e numeri presi dalle note (dimenticate) dell’iPhone nella prima, e una bassline vaga come il trip di un videogame giocato sotto effetto di dopamina nella seconda.
Il tempo sembra infinito, fino a che la realtà ti schiaffeggia sul tuo letto sudaticcio e peccaminoso della mattina post-sbornia.

Come l’opale nato sottoterra, i Planet Opal fanno luce con una musica che definirla una chicca dell’elettronica sarebbe poco.
Nascono dai bassifondi per percorrere viaggi sonori verso un cosmo sapientemente inventato, attraverso un utilizzo dei synth che li firma come i prossimi big di quella musica.
Riemergi dal fondo. Ascoltali dal vivo. Impara la musica.
Venerdì 19 luglio puoi davvero ascoltarli dal vivo all’ Eur Social Park di Roma per un nuovo appuntamento Spring Atttiude Waves.

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Ho iniziato a scrivere per pensare ai fatti miei, ora scrivo solo di quelli degli altri. Di solito mi faccio descrivere dalla musica che più mi piace, per esempio: il mio album preferito ha una banana sullo sfondo.