Disperato Erotico Giuse

Qui una chiacchierata a cura di Francesco Cascone a orecchie e cuori aperti con Giuse The Lizia, al secolo Giuseppe Puleo classe ’02 nato a Bagheria e adottato da Bologna, che ha fatto della contaminazione la sua arte.

Nel modo unico che lo contraddistingue, col viso sbarbato e le rughe scavate nell’anima, riesce a fare ponte tra la sua generazione e quelle che potremmo definire “meno Z”. INTERNET è il suo secondo album, uscito il 18 Ottobre, arricchisce il patchwork culturale e generazionale che ci aveva proposto in CRUSH.


Giuse ama e ce lo vuole raccontare

Benvenuto Giuse, è un piacere averti con noi. Allora, Abbiamo un tour chiuso e uno prossimo alle porte, cosa dobbiamo aspettarci?

Quello chiuso è andato molto bene. Non vedo l’ora di continuare adesso nei posti che adoro come i club, perché sono la dimensione che preferisco in assoluto. Il prossimo inizierà il 16 Novembre a Napoli e si chiuderà il 25 Novembre a Milano.

Parliamo di INTERNET, il tuo nuovo album. INTERNET è la nostra quotidianità, tanto sottinteso da essere un termine caduto quasi in disuso, un titolo boomer praticamente. Come e perché lo avete scelto?

Eh, intanto perché siamo super boomer, abbiamo comunque quella anima vecchia. [sorride] Abbiamo fatto un ragionamento che partiva da CRUSH, internet è la cosa che sta in background rispetto a tutto il resto. Qualsiasi attività della nostra vita, in modo più o meno diretto, è influenzata e determinata da internet, e in tutte le storie del disco è presente in qualche modo.

AMORE?

Passando attraverso le tue canzoni, fondamentalmente il tema ricorrente è uno: Amore. Amore sotto ogni forma, libertino, romantico e malinconico. E la lingua che ti identifica, che ti viene più facile?

Sì, io dico sempre che parlo di quello perché è ciò che mi riesce meglio per essere davvero autentico e tradurre delle cose che ho vissuto. È bellissimo e gratificante vedere come le persone, magari i coetanei, si rivedano in quelle storie di vissuto personale.

Pensi che possa bastarti alla lunga il tema “amore”, o ti vedi a scrivere di altro in futuro?

In realtà si, un altro tema che tento di affrontare è quello dello smarrimento e dell‘ansia sociale per il futuro e per il mondo che ereditiamo da chi è passato prima di noi. Di questo ne ho tentato di parlare in vari pezzi, Riprova domani forse è l’esempio più lampante in CRUSH. In Direzione, dentro INTERNET, ho provato a fare un una cosa simile ma, per il momento quantomeno, non mi sento di farlo in maniera più incisiva perché quando ci ho provato, nell’ombra della mia cameretta, il risultato non è stato soddisfacente. Rischio spesso di sfociare in un racconto troppo diretto che non coglie il punto, quindi ho cestinato tante canzoni che si allontanavano dalla scrittura che mi viene meglio, sulla tematica amorosa appunto. Però non escludo che maturando possa riuscire anche a farlo.

CRESCITA, SMARRIMENTO, EUFORIA

L’ascolto dell’album l’ho vissuto un po’ come un viaggio, c’è una crescita personale del protagonista, lo smarrimento iniziale e l’euforia centrale lasciano la scena a favore di una malinconia verso il passato, verso vecchi amori, verso la tua città. Mi ha ricordato il sapore amaro di una domenica pomeriggio post sbornia. Ci ho preso?

Sì, ci hai preso tanto, anche considerando il ritornello di Persi da un po’. La parte centrale potrebbe essere una confessione personale post sbronza pesante. Sai, per me è stato un percorso personale quello di arrivare a dire, a un certo punto – Bella Bologna, bello tutto, sono andato a fare un sacco di esperienze però alla fine mi manca mia madre. Buttare li quella frase per me è stato anche dire, al netto di un percorso che mi ha fatto sperimentare tanto e mi ha dato tanti stimoli, un ritorno sui miei passi dicendo che la città da cui sono andato via in realtà mi manca, la mia famiglia mi manca e quindi si, c’è una certa evoluzione proprio di narrazione dall’inizio alla fine del disco.

LA SESSUALITÀ

Una frase mi ha colpito in Give Me Love, perché arriva a più livelli: è quando dici una stronza che mi scopa solo quando ha voglia. Per sottrazione descrivi una donna emancipata e libera di vivere la sua sessualità, spogliatasi dello sguardo giudicante della società, permettendosi anche di essere la stronza della storia dato che gioca con “l’altro”. La scelta del linguaggio è naturale o intenzionale?

Naturale senza dubbio lo e, perché è una storia vera, personale, quindi non ci ho fantasticato troppo, pero in realtà ripensandoci a posteriori mi piace il fatto di ribaltare il paradigma, e dire che succede anche il contrario ed è giusto farlo per distruggere determinati tabù o dogmi che per cui è il maschio che fa soffrire. Non voglio scadere nel discorso in se di dire che anche gli uomini soffrono, questo è chiaro, ma che si puo’ avere un certo approccio al sesso e alla libertà sessuale in quel senso, e si deve avere da entrambe le parti.

caro GIUSE the lizia, COSA C’ENTRI TU CON LUCIO DALLA?

In Flash campioni Lucio Dalla, se te la dico fuori dai denti mi viene da chiederti: cosa c’entri tu con Dalla, al di là di aver studiato a Bologna?

Dalla, e quella canzone in particolare [Disperato erotico stomp, ndr], è molto importante per me. La sua musica mi ha accompagnato per tutta la vita. In quella canzone, che poi è la parte che abbiamo campionato, lui dice: “l’impresa eccezionale dammi retta, è essere normale” ed io quella canzone l’ho sempre sentita tanto mia da che ho cominciato a fare musica e da quando ho iniziato ad avere una vita un po’ più frenetica e divisa fra due mondi distanti come lo sono la musica e la mia vita a Bologna, è stato sempre un mantra per me.

Concludendo, C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che ti piacerebbe che venisse urlato in questa intervista?

In certi pezzi parlo anche di malessere. Un malessere forte che può presentarsi ad un certo punto della vita. Parlo per esempio di psicofarmaci in una canzone. Quello che vorrei che emergesse da questo disco è che si sta male ultimamente, per vari motivi, vorrei che chiunque lo ascolti non si sentisse solo. Spesso mi viene detto che grazie alla mia musica riescono ad identificarsi e di conseguenza a non sentirsi soli, alleviando e gestendo cosi il dolore che provano. Il messaggio generazionale che desidero arrivasse è che se la situazione è troppo complicata devi gridare e chiedere aiuto. Aiutiamoci tutti e prendiamoci cura di noi stessi a vicenda.

VUOI SCOPRIRE ALTRA MUSICA BELLISSIMA? LEGGI FELT MAG E SEGUICI SU INSTAGRAM.