Speakeasy: fuori il video di “George Best”

George Best è il nuovo brano degli SPEAKEASY: band lombarda che ti ricorda perfettamente perché ti piace la musica: ci sanno fare come un perfetto ammaliatore, sono intimi, pervasivi, godono della voce di Rocco che, sarà il suo stesso nome, ma ha il rock nel sangue. Rock romantico eh, quello che ti ricorda pure perché ti piace l’amore, oltre che la musica.

QUANDO GEORGE BEST

Gli SPEAKEASY scrivono George Best nella prima metà del 2022, nel periodo di transizione della scrittura dall’inglese all’italiano. L’intento è far rivivere la stessa intensità di emozioni che la band viveva due anni fa, in un brano intimo, potente, romanticamente rock e vivo.

Hanno partecipato a X Factor Italia, ma non sono la band di X Factor. Lì hanno riscosso il successo che meritano sia dal pubblico italiano che dalla giuria. Ora la band lombarda è finalmente pronta a lanciare il suo nuovo progetto e disco in arrivo.

PERCHÈ GEORGE BEST

“George Best” è il brano più bello che abbiamo scritto finora. È nato nell’aprile 2022, nella prima fase della nostra transizione dall’inglese all’italiano. Ero a casa e stavo ascoltando spunti di giri accantonati negli anni. A un certo punto, sento questa registrazione che aveva fatto Leo durante il lockdown del 2020. Era fatta di singole strummate di accordi inzuppati di delay. Ad ascoltarla mi vennero i brividi. Nel giro di una o due prove tirammo in piedi la struttura del brano. Ricordo che per fissarlo avevamo usato un materasso della sala prove come lavagna. Il titolo provvisorio era “Numero 4” perché era il 4° brano in italiano che avevamo scritto.
Per scrivere il testo ci ho impiegato più o meno una settimana ed è condensato sia di sensazioni che come band stavamo vivendo e avevamo vissuto fino a quel momento, sia di sensazioni personali. Il passaggio dall’inglese all’italiano è nei primi 8 versi della seconda strofa: “Gli americani hanno Brad Pitt, ma noi c’abbiamo Francesco Totti” racconta proprio quel momento di transizione dall’inglese all’italiano. Talmente inebriati da modelli angloamericani, che avevamo dimenticato quanto fosse importante la nostra lingua madre. Quello che segue: “E sognavamo di suonare a Wembley / ma quella in fondo è roba solo per gli inglesi / e non siamo gli Oasis” prende spunto da una frase che nel 2019 ripetevamo fra di noi come un mantra e come un buon auspicio“Tra 3 anni suoniamo a Wembley”.  Ma nonostante questo siamo pronti a farci sanguinare i calli, a spaccarci le corde vocali, a infiammare i tendini pur di dar forma all’arte. 3 anni dopo il 2019 non abbiamo suonato a Wembley, ma abbiamo scritto “George Best”

che è il nostro brano più importante, quello a cui teniamo di più, che per due anni abbiamo custodito gelosamente ma che ora sentiamo possa iniziare a camminare da solo.

QUELLO CHE TI PIACE E QUELLO CHE NON TI PIACE, DETTO COME TI PIACE E COME NON TI PIACE. SU FELT MAG

Ho iniziato a scrivere per pensare ai fatti miei, ora scrivo solo di quelli degli altri. Di solito mi faccio descrivere dalla musica che più mi piace, per esempio: il mio album preferito ha una banana sullo sfondo.